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Un naso rosso che porta la felicità
"L' Italia che sorride ai ragazzi di Bucarest "

L'impegno di Miloud Oukili e della Coopi nel progetto
a favore della gioventù abbandonata di Bucarest


di Alfredo Mariani

Chissà quante volte ogni giorno, mentre camminiamo seguendo i nostri pensieri, poggiamo i passi sopra i tombini metallici, di quelli che danno accesso al buio e umido mondo sotterraneo. Un mondo di cavi, di tubi, di canali di scarico maleodoranti. Un mondo sempre assolutamente simile a sé stesso, in qualunque grande città, in ogni continente. Abitualmente non poniamo alcuna attenzione a questi luoghi nascosti alla vista: non ve n'è alcuna necessità, tranne quel minimo colpo d'occhio che serve a non inciamparci. Sono anche finiti i tempi in cui quei tombini, lasciati distrattamente aperti, diventavano delle trappole per gli ignari pedoni: quante gag comiche sono state costruite su questa situazione!
Uno di questi tombini, uno tra le tante migliaia di anonimi tombini in una grande città, suscitò la curiosità di un giovane, qualche anno fa. Non si trovava nel suo paese, quel giovane. Lui è francese, e camminava per le vie di Bucarest.
Forse è stata proprio la particolare attenzione del turista a far sì che nascesse in lui la voglia di capire cosa fosse quell'ombra che sgattaiolava dentro un tombino. Sembrava un essere umano. Sembrava proprio un piccolo essere umano.
Turista forse è un termine improprio: Miloud Oukili a Bucarest ci si trovava soprattutto per motivi di lavoro. Un lavoro strano ed antico, il suo. Un lavoro di quelli che difficilmente le mamme augurano ai proprio figli. Vi immaginate una giovane donna che, rivolgendosi verso il figlioletto, orgogliosamente esclamasse "mio figlio da grande farà il clown?"
Eppure proprio questa è stata la scelta di Miloud: fare il clown. E sono passati esattamente dieci anni da quando il giovane clown francese, in Romania per portare la sua arte ed imparare quella della grande tradizione dell'est, vide una piccola ombra entrare in un tombino e sparire nel buio mondo sotterraneo.
Miloud sollevò anch'egli la lastra metallica posta sul marciapiede e seguì quell'ombra, che troppo sembrava somigliare a quella di un bambino.
Si turò il naso e scese dentro, stando bene attento a non finire nel fiume di melma che scorreva lì sotto, e a non litigare con gli ospiti tradizionali di quei luoghi, cioè i topi. Un rapidissimo susseguirsi di emozioni attraversò la sua mente. La cosa più difficile da accettare, per lui, fu quella di rendersi conto che quelle putride gallerie sotterranee nascondevano una umanità disperata e giovanissima. Non ne fuggì spaventato, o disgustato, ma volle ancora capire, e gli occorse un bel po' di pazienza per farsi accettare da quei personaggi che abitavano sottoterra. Illuminati dalle fioche luci delle candele si avvicinarono a lui gruppetti di giovanissimi esseri umani. Alcuni erano proprio bambini, di pochissimi anni di età. Altri più grandicelli, nella fase conclusiva di una adolescenza che fino ad allora non doveva essere stata un granché, dato che la stavano trascorrendo nelle fogne. Fecero la faccia dura contro quel giovane alto e magro, solo di pochi anni più grande, che aveva osato avventurarsi nel loro sporco e misero mondo. Ma i clown, si sa, non si lasciano intimidire, abituati come sono ad essere bistrattati. E Miloud, da buon clown, lasciò che a parlare per lui fosse la sua arte. Di fronte a quei volti impauriti ed allucinati, di fronte alle intenzioni aggressive di chi ha paura che un altro venga a sottrarre quel nulla umido e maleodorante che rappresentava comunque la loro casa, il francese ficcò rapidamente le mani nella tasca e vi estrasse la sua arma migliore: un pezzetto di plastica rosso, il suo strumento di lavoro. Il naso rosso del clown. E allora non ci fu bisogno di parole: parlarono i gesti, i sorrisi, le piroette, i giochi di prestigio. Parlò la commozione improvvisa di trovarsi di fronte a una umanità reietta e nascosta, che sopravviveva nelle fogne. La parte più bella e delicata dell'Umanità: i bambini, i cuccioli dell'uomo. Topi e ragazzi talmente mischiati insieme che fu difficile per il clown distinguere gli uni dagli altri dai rumori che provenivano da quelle caverne. La commozione si trasformò in arte, probabilmente nel più bello spettacolo nella vita del clown Miloud, e quei ragazzi e quei bambini lo accolsero tra loro. Quell'uomo magro e scattante col suo grande naso rosso riuscì rapidamente a conquistare l'ammirazione dei piccoli: ha saputo illuminare le notti di Bucarest con gli ampi getti di fiamme lanciati dalla sua bocca di mangiafuoco, ha saputo impressionare i bambini con la sua abilità di giocoliere, e li ha fatti ridere con la maestrìa del suo essere clown. Chi erano, chi sono questi bambini abbandonati? Più di mille ragazzini senza alcuna speranza che non fosse quella di una vita di stenti, senza casa e senza istruzione, fuggiti dagli orfanotrofi o da famiglie talmente povere per le quali la scomparsa di una bocca da sfamare non ha rappresentato certo un dramma. Bambini e adolescenti maltrattati, già sfruttati da adulti senza scrupoli, che hanno preferito la via del buio alle percosse ed alle violenze quotidiane. Tanti, tantissimi: più di mille giovani anime. Cosa poteva fare un clown per loro? Come poteva sfamare 1000 bambini, da solo, in una situazione sociale nella quale era pressoché impossibile chiedere assistenza? Cosa poteva fare se non insegnare loro la sua arte? E così è stato. Prima ha condiviso con loro l'esperienza sotterranea, ed ha iniziato a tramutarli in acrobati e giocolieri, abili nel truccarsi e nel suonare strumenti. Ha insegnato loro ad accettare sé stessi e a divertire gli altri. Ha restituito vita e dignità a centinaia di ragazzi. Poi Miloud ha dato vita alla fondazione Parada, con lo scopo di raccogliere fondi e vita per questi bambini. E' riuscito a provvedere alla sistemazione di alcuni presso famiglie, ma soprattutto ha insegnato loro l'arte dello spettacolo e la dignità del lavoro. In pochi anni ha ottenuto questi risultati:

· 600 ragazzi oggi frequentano un centro sociale diurno e ricevono assistenza e formazione.
· 300 ragazzi ricevono regolarmente assistenza sociale e sanitaria di emergenza mediante un centro di soccorso mobile che gira di notte per le strade di Bucarest.
· 100 tra bambini e ragazzi sono stati reintegrati o a scuola o nella loro famiglia.
· 20 ragazzi hanno trovato una professione ed un lavoro.
· 60 ragazzi fanno parte della troupe che propone spettacoli in Romania, Francia e Italia per sensibilizzare l'opinione pubblica.
· 10 collaboratori rumeni e 5 volontari stranieri sono stati formati come educatori per il recupero dei ragazzi.
· 30 ragazzi sono alloggiati in tre appartamenti sociali autogestiti che costituiscono il primo nucleo di una rete di case-famiglia.
· Gli organi di informazione di tutto il mondo si sono occupati di quest'uomo e del suo straordinario impegno.

Ma un'altra grande qualità del francese è stata quella di raccontare la sua esperienza a persone di grande sensibilità, che hanno unito i propri sforzi per dare vita ad un progetto di solidarietà. Crea in Francia la Fondazione Parada, che è stato il primo strumento organizzativo per raccogliere gli aiuti per i giovani di Bucarest. Nel nostro Paese Coopi ha lanciato l'iniziativa "L'Italia che sorride ai ragazzi di Bucarest", raccogliendo fondi e organizzando esibizioni per Miloud e i suoi ragazzi. Assistere ad uno di questi spettacoli significa compiere un'intensa esperienza emotiva e didattica, e così è stato per centinaia e centinaia di studenti italiani. Con la speranza che in futuro siano sempre meno i bambini costretti a vivere con i topi e come i topi, in qualunque parte del mondo.

 


Clicca sul naso rosso per aprire la pagina della Coopi
dedicata a Miloud Oukili ed ai ragazzi di Bucarest


Che cosa è la Coopi

Coopi è la sigla di Cooperazione Internazionale, che nasce all'inizio degli
anni Sessanta in un contesto italiano che vede il diffondersi di un nuovo
valore: la solidarietà tra i popoli.
Oggi è, per dimensioni e finanziamenti amministrati, una delle maggiori Organizzazioni non governative italiane.
Coopi realizza progetti nei diversi settori:
sanitario, agricolo, zootecnico, produttivo, formazione e organizzazione del
lavoro, e persegue obiettivi di sviluppo autonomo operando in un contesto di pluralismo ideologico, senza aderenze partitiche né vincoli confessionali.
Da alcuni anni è impegnata in modo significativo in interventi di emergenza e ricostruzione nelle aree colpite da conflitti bellici e da calamità naturali.
In oltre 30 anni di attività, Coopi ha operato in gran parte dei paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina, con interventi che provengono dalle precise richieste delle comunità interessate, e che vengono svolti in stretta
collaborazione con i partner locali. Attualmente è attiva in circa 40 nazioni.
L'impegno di Coopi in Italia si concretizza con programmi di prima assistenza
e di inserimento sociale e lavorativo per cittadini extracomunitari, e con la formazione di personale italiano destinato a svolgere attività di volontariato e cooperazione nei paesi in via di sviluppo.
Molti gruppi di volontari aiutano la Coopi a realizzare i progetti di aiuto e di sviluppo. Se vuoi unirti a loro con la tua opera
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Via Molinello Sotto n.30 - 46040 Casaloldo (MN) - tel. e fax 0376730077
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